“Una casa a Brooklyn Heights”, il saggio sulla Brooklyn di Truman Capote

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“Una casa a Brooklyn Heights”, il saggio sulla Brooklyn di Truman Capote

Una casa a Brooklyn Heights”, il saggio sulla Brooklyn di Truman Capote

 

“Una casa a Brooklyn Heights”, il breve saggio di Truman Capote che fa riscoprire luoghi, storie e personaggi di una parte della “vecchia” Brooklyn, quella che lo stesso Capote definiva “The Heights”.  Un’originale chiave di lettura sul quartiere di Brooklyn in cui Capote visse dalla fine degli anni’50, un viaggio fatto di memorie personali e narrazioni sagaci, dimore storiche, costruzioni ormai scomparse, vecchi locali sopravvissuti al tempo ed eccentrici personaggi “in cerca d’autore”.

 

Una casa a Brooklyn Heights”, il saggio sulla Brooklyn di Truman Capote

 

Una casa a Brooklyn HeightsBrooklyn Heights: A Personal Memoir, questo il titolo originale – è un breve saggio autobiografico di Truman Capote sulla sua vita a Brooklyn alla fine degli anni ’50.

Fu pubblicato per la prima volta nel numero di febbraio 1959 della rivista di viaggi Holiday, accompagnato da una serie di foto scattate da David Attie nella settimana trascorsa assieme a Capote in giro per Brooklyn Heights. L’ultima edizione del 2015 nella versione in lingua inglese mostra molte altre foto inedite di Attie relative ai personaggi ed ai luoghi raccontati nel saggio, tra queste alcune splendide dello stesso Capote nella sua abitazione di Willow Street, una vera rarità.

Una casa a Brooklyn Heights: l’abitazione di Capote in Willow Street

La casa in cui Truman Capote visse dal 1955 al 1965 –  una splendida dimora in mattoni gialli al n.70 di Willow Street costruita nel 1820 da un capitano di mare – ed in cui scrisse “Colazione da Tiffany” e “A sangue freddo”, apparteneva in realtà ad un suo amico, lo scenografo teatrale Oliver Smith.

Ed è proprio nelle pagine del saggio che Capote ne descrive con precisione ed ammirazione la bellezza.

 

“… un mio amico, che aveva comperato una casa in Willow Street, una tiepida sera di maggio mi invitò a vederla. Ne rimasi molto colpito, estremamente invidioso. Erano ventotto stanze, dal soffitto alto, ben proporzionate, e ventotto caminetti di marmo, tutti in grado di funzionare. Un meraviglioso scalone saliva ai piani superiori in volute candide e sinuose come il collo di un cigno, e sfociava in un lucernario dai vetri di un solare color giallo ambra. (…) E quelle pareti! Nel 1820, quando fu costruita la casa, gli uomini sapevano come costruire muri. (…) 

 

Una casa a Brooklyn Heights”, il saggio sulla Brooklyn di Truman Capote, foto di David Attie

 

Attraverso una porta-finestra si accedeva ad una spaziosa veranda che ricordava da vicino quelle della Louisiana. (…) Oltre la veranda, un giardino.

 

Una casa a Brooklyn Heights”, il saggio sulla Brooklyn di Truman Capote, foto di David Attie

 

Capote si innamorò profondamente di quella casa, al punto da decidere di prendere in affitto alcune stanze nel seminterrato, anche se poi durante le lunghe assenze di Oliver Smith mostrerà sempre ai suoi amici, ed ai personaggi illustri che verranno a trovarlo qui (tra cui Jackie Kennedy in persona), l’intera abitazione lasciando velatamente intendere che sia sua.

 

“Nel crepuscolo della sera io ed il mo amico ci mettemmo a discorrere. Seduti sulla veranda chiedemmo consiglio al Martini: io lo invitavo a prenderne un altro e poi un altro ancora. Era ormai tardi quando incominciò a capire il mio punto: si, ventotto stanze erano davvero tante; in fondo era giusto che qualcuna la prendessi io. E fu così che venni ad abitare nella casa in mattoni gialli di Willow Street.”

 

Oggi quella che è comunemente indicata come la casa di Truman Capote in Willow Street – non esiste tuttavia alcun cartello commemorativo – è ancora lì, riportata al suo antico splendore dopo un lungo periodo di restauro. Continua ad essere un’abitazione privata, ed è quindi inaccessibile, ma è comunque visibile e fotografabile esternamente.

 

Una casa a Brooklyn Heights”, il saggio sulla Brooklyn di Truman Capote

 

Una casa a Brooklyn Heights, il saggio sulla Brooklyn di Truman Capote

Una casa a Brooklyn Heights, molto breve appena 60 pagine, si apre con la frase “Vivo a Brooklyn. Per scelta”.

Capote ci regala – direttamente dal suo taccuino di appunti – aneddoti preziosi sulla storia di Brooklyn Heights e diverse suggestive descrizioni dei luoghi di ritrovo e dei suoi locali preferiti, dai ristoranti ai negozi di antiquariato, ai vicoli pieni di gatti, alle zone multietniche “oltre gli Eights”, agli incontri con i più stravaganti personaggi del quartiere, agli aneddoti relativi alla pericolosa banda dei “Cobra”, che si muove indisturbata lungo la strada più malfamata dell’East River.

 

Una casa a Brooklyn Heights”, il saggio sulla Brooklyn di Truman Capote, foto di David Attie

 

Ne viene fuori un ritratto intenso e ben preciso di quello che Brooklyn Heights ha rappresentato dalla sua nascita, alla fine del 1700, come quartiere collinare benestante a ridosso del porto per le famiglie dei capitani di mare, fino alla sua caduta come sobborgo di Manhattan per operai ed immigrati nei primi anni del ‘900, ed alla definitiva “rinascita” degli anni ’50, il momento in cui Truman Capote intravede, vive e racconta quell’autenticità mista a sogno, quelle strade acciottolate, quelle dimore in brownstone e quel carattere unico ed inimitabile che faranno di Brooklyn Heights la più bella ed affascinante finestra su Manhattan.

 

Una casa a Brooklyn Heights”, il saggio sulla Brooklyn di Truman Capote

 

Una casa a Brooklyn Heights: i luoghi di Capote in un itinerario

Leggendo Una casa a Brooklyn Heights si ha come l’impressione di muoversi per il quartiere guidati dallo stesso Capote.

Si parte dall’Esplanade, che molti conoscono come Brooklyn Promenade, e dalle sue vedute sul vecchio porto e su Manhattan, per poi passare davanti alla sua dimora in stile Federal in Willow Street e raggiungere con una piacevole passeggiata di pochi minuti, dopo una veloce deviazione nella vecchia Middagh Street, la Plymouth Church, la chiesa resa celebre dalle gesta del reverendo abolizionista Henry Ward Beecher e dal Presidente Abraham Lincoln, oltre ad essere sede di una delle stazioni segrete dell’Underground Railroad e custode di uno dei preziosi frammenti della mitica Plymouth Rock.

 

Una casa a Brooklyn Heights: i luoghi di Capote in un itinerario

 

Qui un itinerario dettagliato per scoprire al meglio Brooklyn Heights oggi.

 

Tappe successive, la Brooklyn Historical Society e Fulton Street la strada del vecchio antiquario George Knapp, il cui negozio fu demolito negli anni ’80, e di uno dei ristoranti preferiti da Truman Capote, il Gage & Tollner, oggi nuovamente in attività nei suoi locali magistralmente restaurati.

 

Una casa a Brooklyn Heights: i luoghi di Capote in un itinerario. Gate & Tolliner, anni ‘20

 

Un percorso emozionante, a ritroso nel tempo, tra le parole ed i luoghi di Truman Capote.

 

Molto spesso lascio passare un’intera settimana senza andare in città, senza attraversare il ponte, come dicono quelli che abitano negli “Heights” quando vanno a Manhattan. I miei amici rimangono perplessi (…) e si informano “ma cosa ci fai lassù?” Lasciate che ve lo dica, vivere da queste parti può essere oltremodo interessante. 

 

 

 

 

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