Grand Tour Italia: storia, tappe e consigli per organizzarlo oggi

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Grand Tour Italia: storia, tappe e consigli per organizzarlo oggi

Grand Tour Italia: la storia, i personaggi, le tappe ed i consigli per organizzarlo - in perfetto stile slow, smart e green - oggi.

 

Grand Tour Italia: la storia, i personaggi, le tappe ed i consigli per organizzarlo – in perfetto stile slow, smart e green – oggi.

 

Grand Tour Italia: la storia, i personaggi, le tappe ed i consigli per organizzarlo – in perfetto stile slow, smart e green – oggi.

 

 

“Gli Inglesi, già nel XVII secolo, mandavano i figli a perfezionare la loro educazione sul continente,

un’esperienza che loro definivano Grand Tour,

da un’antica parola francese – tour – che significa escursione, passeggiata.

Da qui è nata la parola turismo.”

(Paul Morand)

 

Grand Tour Italia: storia e ispirazioni

Nel 700 era il viaggio che attraverso una precisa formazione artistica, sociale, politica e culturale consacrava il passaggio all’età adulta, una sorta di rito di transizione per i rampolli delle famiglie aristocratiche e benestanti di tutta Europa, ed in minima parte dei pochi giovani studenti che riuscivano con mezzi più limitati a raggiungere comunque le tappe più importanti.

Un’esperienza di più mesi che si concentrava spesso in quelli estivi e che permetteva di vivere, esplorare e formarsi nelle grandi città storiche europee e soprattutto d’Italia, divenuta in breve tempo, grazie alle sue connessioni con il mondo classico ed al suo immenso patrimonio storico-culturale, una delle mete più ambite.

Grand Tour Italia: storia e ispirazioni

Grand Tour Italia: le tappe

Un Grand Tour – espressione utilizzata per la prima volta da Richard Lassels nel 1670, nella sua guida turistica ante litteram The Voyage of Italy – non poteva esimersi, grazie anche ai racconti intrisi di tradizioni e disarmante quotidiano che Goethe riportò nel suo celebre diario di Viaggio in Italia, dal toccare Firenze e buona parte della Toscana, Roma, Venezia, oltre alle storiche capitali del Regno delle Due Sicilie, Napoli, la cui popolarità crebbe in maniera esponenziale in seguito ai ritrovamenti archeologici di Pompei, Stabia ed Ercolano, e Palermo.

Un’esperienza di viaggio così celebrata ed ambita, soprattutto se effettuata nelle città sopra citate, che nel corso dell’800 si aprì progressivamente alle donne, quasi sempre ereditiere, ed a nuove fasce sociali, oltre che ad artisti, magnati, mercanti d’arte ed intellettuali che iniziarono a prolungare indefinitamente il loro soggiorno in Italia e a creare poi dei veri e propri salotti culturali che finirono con l’attrarre l’attenzione e l’interesse della crescente comunità di viaggiatori non solo inglesi e tedeschi ma anche statunitensi.

 

“Non osavo quasi confessare a me stesso la mia meta, ancora per via ero oppresso dal timore,

e solo quando passai sotto Porta del Popolo seppi per certo che Roma era mia.

(…) Sl, ero finalmente arrivato in questa capitale del mondo!”

(Da Viaggio in Italia, di Johann Wolfgang von Goethe – Roma, 1º novembre 1786)

 

Grand Tour Italia: Johann Heinrich Wilhelm Tischbein – Goethe nella Campagna romana

Grand Tour Italia, i personaggi che contribuirono a creare il mito del “viaggio in Italia”

Gli scrittori, filosofi e poeti Thomas Hardy, Charles Dickens – la sua guida Impressioni Italiane contribuì in maniera determinante all’incremento del flusso turistico verso il belpaese – Elizabeth Barrett Browning, Henry James, Nathaniel Howthorne, Edith Wharton, Henry David Thoreau, Ralph Waldo Emerson, il pastore abolizionista Theodore Parker, l’ereditiera appassionata d’arte Isabella Stewart Gardner, e molti altri ancora vissero a lungo tra Firenze, Venezia, Roma, Napoli e Palermo dando vita ad indimenticabili eventi artistici, circoli ed incontri letterari.

Lo stesso scultore statunitense Hiram Powers, dopo aver a lungo visitato l’Italia, decise di aprire una bottega d’arte a Firenze, dove oltre a dedicarsi ad opere d’ispirazione neoclassica, soddisfaceva le continue richieste di busti e ritratti dei numerosi visitatori ansiosi di immortalare in maniera unica il ricordo di quello che poi avrebbe per loro rappresentato il viaggio della vita.

Grand Tour Italia, i personaggi che contribuirono a creare il mito del “viaggio in Italia”.

Grand Tour Italia oggi: turismo esperienziale e sostenibile, smart e green

Una tradizione, quella del Grand Tour, che è proseguita lungo tutto il corso del ‘900, aprendosi sempre più al turismo di massa, inteso nella sua migliore accezione.

Studentesse, laureandi, giovani creativi da ogni parte del mondo (persino dagli angoli più remoti dallo stesso belpaese), ed ancora artisti, scrittori, intere famiglie della middle class o semplici appassionati di viaggi che arrivano in Italia in cerca di quelle stesse emozioni e sensazioni che furono le linee guide dei loro predecessori e che poi una volta ambientatisi si ritrovano a vivere, scoprire e sperimentare molto di più.

Un viaggio che oggi, dopo più di 300 anni, seppur con modalità e dinamiche differenti, continua ad offrire ispirazioni ed occasioni di crescita e formazione personale in un ambiente che, grazie all’incremento dei continui scambi interculturali, risulta sempre più aperto e stimolante, e che riserva ancora più attenzione e spazio al turismo esperienziale e sostenibile.

Oltre all’arte, alla storia ed ai luoghi simbolo di un passato che affonda le sue origini nella culla del Mediterraneo, si incrementano così esperienze particolari, soprattutto in destinazioni più insolite, off the beaten path, che permettono di approfondire tantissimi altri aspetti del retaggio storico, culturale e tradizionale italiano.

Grand Tour Italia: gli scavi di Pompei

Ed è così che alla visita delle città più famose si aggiungono lunghi soggiorni nei piccoli borghi antichi, spaziando dall’entroterra alla costa, dai cammini religiosi ai percorsi storico-naturalistici, da quelli enogastronomici a quelli legati alla lirica, alle manifatture tessili ed artigiane, alle coltivazioni ed a tutta una serie di eccellenze italiane, più o meno note.

Fino ad arrivare all’ultima frontiera dei nomadi digitali, che ha favorito, con un incremento notevole negli ultimi anni, soprattutto nelle città d’arte, l’arrivo di tantissimi giovani da ogni parte del mondo, impegnati e formatisi nei settori più differenti, eppure appassionati e motivati, oggi come ieri, da quelle stesse ispirazioni che spinsero i primi viaggiatori all’esperienza del Grand Tour.

Grand Tour Italia: Firenze

E se una volta i viaggiatori del Grand Tour si spostavano in carrozza ed in alcuni casi in nave, i viaggiatori di oggi, non solo i giovani sopra citati ma anche tantissime famiglie e coppie di ogni età, oltre all’auto, nella piena condivisione e consapevolezza di un turismo green e più sostenibile si spostano ancora più facilmente, e volentieri, in treno ed in bus.

Non è un caso infatti che la piattaforma di viaggio Omio garantisca – supportando e sposando in toto l’evoluzione di un turismo sempre più sostenibile e, soprattutto, accessibile a tutti –  una crescente offerta di tratte in treno e bus. Tra le più richieste, rimanendo nell’ambito del Grand Tour d’Italia, sicuramente la linea ferroviaria che collega Roma a Firenze, ma sono comunque numerosi i collegamenti sulla maggior parte delle destinazioni del nostro amato ed ancora ambitissimo Belpaese.

Uno spunto in più per pensare quest’anno all’organizzazione di un Grand Tour tutto italiano!

 

 

Articolo scritto in collaborazione con Omio.it

 

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