Itinerario in Wyoming: viaggio alla scoperta del Cowboy State, partendo da Denver, Colorado, con un breve ma intenso passaggio in Montana. Dalle storie e dalle voci della Frontiera, dell’Oregon Trail e delle Guerre Indiane, al passaggio della Union Pacific Railroad, dalla natura sconfinata dello Yellowstone NP e del Grand Teton NP ai siti paleontologici più ricchi e preziosi al mondo, dall’espressione della più autentica cultura cowboy all’arte in tutte le sue forme ed esperienze, passando per i luoghi in cui Luisa Swan, prima donna negli Stati Uniti d’America, ottenne il diritto di voto. That’s Wyoming!
“Non lascio nulla in Wyoming, eccetto il mio cuore.”
Un intenso e variegato itinerario in Wyoming e parte del Montana.
Un percorso dettagliato, ricco di curiosità, luoghi iconici ed insoliti, percorsi, storie, informazioni pratiche e consigli utili creato in seguito al mio ultimo road trip attraverso queste terre meravigliose.
Seguendo le “voci” – e con esse le storie, i luoghi ed i personaggi – che mi hanno accompagnata lungo tutto il percorso, fornendomi un’infinità di storie e chiavi di lettura per esplorare e comprendere al meglio questo incredibile e variegato territorio.
Le voci dei primi esploratori che scoprirono queste terre, i passi per attraversarle e le loro incredibili meraviglie naturalistiche. Dalle Big Horn Mountains a Yellowstone. Le voci dei Trappers, i cacciatori di pellicce, degli esploratori, dei Mountain Man, tra cui i leggendari Jim Bridger e John Colter. Le voci degli Scout e dei Pionieri che per decenni solcarono e segnarono le piste dei trail più famosi della storia del West, l’Oregon Trail, il California Trail, il Bozeman Trail, il Mormon Trail. Le voci dei cercatori d’oro della Gold Rush, degli avventurieri, dei fuorilegge e delle vecchie ghost town.
Ed ancora, le voci dei Cheyenne, degli Arapaho, dei Sioux Lakota, e dei loro siti sacri. Ma anche quelle “avverse” dei Crow e degli Shoshoni. E naturalmente quelle della Frontiera, delle piste dell’uomo bianco, dei primi forti in legno e dei Trattati di Fort Laramie. Le voci di battaglia di Nuvola Rossa, Toro Seduto, Cavallo Pazzo, Piccolo Falco e Cavallo Rosso. E di contrasto quelle di Buffalo Bill e dello US Army di Custer, di Fetterman, Carrington e Sherman.
Le voci della Conquista del West e dell’arrivo della Ferrovia con la Union Pacific Railroad. Dei Cowboys e dei Ranch, degli scavi paleontologici e dei siti di fossili più grandi ed importanti al mondo. Le voci mai sopite dei grandi orrori ed errori del Secondo Conflitto Mondiale e poi quelle del primo voto alle donne e dei rodeo.
Ed infine quelle di alcuni dei più grandi scrittori americani, premi Nobel e Pulitzer, che proprio qui, in questo remoto “angolo d’erba grassa del mondo”, come lo ha definito Annie Proulx nelle sue “Wyoming Stories”, si sono rifugiati per dare vita ad alcune delle loro opere più amate e celebrate.
Le voci di un territorio unico, immenso ed incredibilmente variegato, icona e mito indiscusso del vero Old Wild West che ha segnato in tanti modi differenti una fase importante della storia, delle tradizioni e dell’evoluzione sociale e culturale degli Stati Uniti d’America.
Nel mezzo praterie sconfinate, boschi, vallate, vette frastagliate, laghi, fiumi, cascate, geyser e fonti termali, oltre agli american bison, gli elk, i moose, i mustang, gli orsi e tanti altri animali selvaggi dal fascino primordiale e dalla bellezza disarmante.
E poi quella particolare luce, quei colori e quella linea continua di infinto tra cielo e terra, che solo qui, nella Real America del Great American West, riescono ad essere così percepibili e reali.
Un solo viaggio, infinite, incredibili ed indimenticabili emozioni.
L’itinerario in Wyoming e parte del Montana inizia e termina a Denver, Colorado.
Il Denver International Airport per vicinanza alle destinazioni e frequenza di voli dall’Europa è senza dubbio la soluzione migliore per chi abbia in mente di effettuare un on the road approfondito nel Great American West partendo proprio dallo stato del Wyoming.
Il percorso totale di 19 giorni è stato suddiviso in tappe, con indicazioni dettagliate su esperienze e cose da fare e da vedere day by day con numerosi ed utili link di approfondimento. Di modo che ogni viaggiatore in base alle singole esigenze ed ai giorni e tempo a disposizione possa selezionare quelle che ritiene più idonee ai suoi interessi e passioni (anche se effettuarle tutte è la vera chiave per comprendere questo incredibile ed affascinante territorio), soprattutto in base all’esplorazione degli stati adiacenti – North & South Dakota, il resto del Montana, Idaho, Colorado, Utah, etc.. – che solitamente vengono inclusi in un road trip in quest’area.
Arrivo al Denver International Airport, solitamente nel medio-tardo pomeriggio, ritiro auto e tempo disponibile per godersi Denver by night, un ottimo luogo per ambientarsi è sicuramente il Larimer Square Historic District, cuore pulsante della città con una vasta offerta di locali e ristoranti in cui trascorrere la serata.
Pernottamento consigliato presso Hotel Teatro, un delizioso hotel boutique a due passi dal 16th Street Mall, Larimer Square ed a qualche minuto a piedi da Union Station.
Partenza di primo mattino alla volta di Cheyenne attraverso la scenografica US 85 che segue in parte il percorso della ferrovia con una suggestiva visuale sulle plains.
Tappe lungo il percorso:
Majestic Plains – un Historical Marker, ne troverete tanti nel corso del vostro on the road, che introduce il viaggiatore alla storia ed alla geografia delle Plains, le infinite pianure che si estendono tra Colorado e Wyoming, un tempo ad esclusivo uso e consumo dei Nativi, poi luogo di passaggio dei trappers, dei pionieri, dei crecatori d’oro, della Frontiera e della Union Pacific Railroad, che ancora oggi conservano inalterato il loro fascino.
Wyoming State Sign – il cartello che vi da il benvenuto nello stato del Wyoming, soprannominato “The Cowboy State” per i suoi tanti ranch e cowboy, una cultura ricca e profondamente radicata, ma anche per i rodeo e per le mandrie di bestiame la cui origine risale addirittura alle carovane di pionieri dell’Oregon Trail. Non a caso uno dei suoi simboli – presente anche sulle targhe automobilistiche – e’ un vecchio cowboy che monta un “Old Steamboat.”
E poi Cheyenne, “Wyoming starts here!”
Venendo dalla US 85 la vedrete spuntare all’improvviso dall’infinità delle Majestic Plains, e verrete subito avvolti dalla sua atmosfera calda e rilassata.
A Cheyenne si respira, si vive e si rigenera ogni singolo giorno la cultura dell’Old Wild West, dei ranch, dei cowboy e degli Old Steamboat.
Del rodeo all’aperto più grande e famoso al mondo, dei buffalo (presenti persino sulla bandiera dello stato), dei boots e delle mitiche buckles. Della vecchia Stage, la diligenza che copriva in tre giorni la linea Cheyenne – Deadwood e delle imponenti Big Boy Steam Engine, le ultime locomotive a vapore della Union Pacific Railroad che si arrampicavano letteralmente sulle Montagne Rocciose.
Ma la narrazione non è così scontata, ed alla fine girando per la città scoprirete altre storie e luoghi incredibilmente connessi tra loro.
Quelle delle tante “prime donne” del Wyoming, impavide cowgirls, governatrici ed imprenditrici, non dimenticate che fu proprio il Wyoming ad essere il primo stato USA a concedere loro il voto nel 1869. Quelle delle culture native “che vissero qui e protessero queste terre prima che fossero chiamate Wyoming”, quelle delle tante comunità dal mondo arrivate qui dalla frontiera in poi che oggi finalmente trovano un loro spazio ed equilibrio definito.
Nel mezzo tantissima street art, cercate le installazioni degli stivali giganti (ognuna con un significato specifico connesso con la storia del Wyoming), le statue che fanno riferimento ai Nativi Americani ed ai personaggi più rappresentativi dello stato ed i coloratissimi murales passeggiando dallo State Capitol al distretto storico.
Ed ancora negozi western, come The Wrangler, ed il magnifico (visita più che consigliata!) Wyoming State Capitol che si staglia imponente su tutta la città.
Da non perdere:
Suggerimento per la cena: Metropolitan Downtown, per un primo assaggio dei piatti base della cucina del Wyoming, tra cui steak, rib & burger.
Pernottamento consigliato presso The Little America Hotel.
Colazione tipica americana a base di double chocolate pancakes, eggs, toast & bacon (approvata!) presso Breakfast R&B Club.
Partenza di primo mattino alla volta di Casper attraverso i siti più iconici del passaggio dell’Oregon Trail e Fort Laramie.
“Di tutte le esperienze inquietanti e tristi di questo nostro viaggio, perdersi di notte nella prateria
e poi sentire il coro dei coyote, che come iene, si prendono gioco di noi, è la peggiore.”
(Dal diario di un pioniere dell’Oregon Trail)
Un’intera giornata sull’autentico percorso dell’Oregon Trail. Seguendo le tracce, i luoghi, i segni e le storie di alcuni dei 500.000 tra pionieri, cercatori d’oro, cacciatori di pellicce, scout e Mountain man che dal 1841 al 1868 partirono alla volta dell’Ovest in cerca di fortuna nella loro infinita “corsa” verso il Northern Pacific e la California.
Da Oregon Trail Ruts e Register Cliff, tra i solchi tracciati nei decenni dai carri e le incisioni a mano lasciate dai pionieri che segnano date, nomi, speranze.
Per poi raggiungere Fort Laramie, sul North Platte River, il “Crocevia della Nazione che andava verso il West”, costruito dai commercianti di pellicce ad inizi ‘800 e poi acquistato dallo US Army per “garantire un passaggio sicuro” nelle terre dei nativi.
Quel Fort Laramie che con i due trattati del 1851 e 1868, stipulati con alcuni rappresentanti dei Cheyenne, dei Lakota ed di altre piccole tribes diede il via alla Frontiera Americana dell’Old Wild West, alle Guerre Indiane di Nuvola Rossa, ad una serie di battaglie rimaste nell’immaginario collettivo. Come quella di Fetterman a Fort Kearny e quella del Little Big Horn in Montana, ed all’inizio della fine delle culture native americane.
Un incredibile ed emozionante viaggio nel tempo in un frammento di Wyoming dai colori e dalla luce abbagliante.
Il viaggio prosegue con una sosta rigenerante presso l’Ayres Natural Bridge. Un arco di roccia naturale su un torrente scavato nel corso dei secoli, antico luogo di ristoro dei pionieri dell’Oregon Trail.
Arrivo a Casper e visita del National Historic Trails Interpretive Center – “Where the roads ends and the West Begins” – un tecnologico museo interattivo che racconta il passaggio su questa rotta di 4 tra i trail più famosi del West, utilizzati non solo da pionieri ma anche da scout, esploratori, trappers e cercatori d’oro. L’Oregon trail, il California Trail, il Mormon Trail ed il Pony Express Trail.
La scoperta della città di Casper, nata intorno al 1860 attorno al Fort Caspar sul North Platte River, non può prescindere dalla visita di uno dei negozi country più famosi del west, Lou Taubert Ranch Outfitters, una passeggiata nel distretto storico con aperitivo al Cocktail Backwards Distilling Company, ed una cena – molto local – al Silver Fox Steakhouse.
Pernottamento a Casper.
Sveglia di primo mattino, colazione tipica americana presso The Bluebird, e partenza per una lunga ed intensa giornata di viaggio.
Attraverso gli scenari suggestivi di Hole in to the Wall, nascondiglio prediletto di fuorilegge come Sundance Kid e Butch Cassidy, e della riserva naturale del Thunder Basin National Grassland si raggiunge dopo circa 300 km uno dei luoghi più affascinanti e meno noti del Wyoming, estremamente importante da un punto di vista tradizionale per i Nativi e e storico per gli archeologi, The Vore Buffalo Jump.
Un antico sito – una dolina per la precisione – utilizzato dai nativi per la tradizionale ed ancestrale caccia al Buffalo, “Buffalo were the Walmart of the Plains”, “ I bisonti americani rappresentavano i Walmart delle grandi pianure” (cit.).
I bisonti venivano incanalati nella loro corsa e spinti a cadere in una sorta di cratere, per poi essere finiti e lavorati. Si calcola che in 300 anni qui siano stati cacciati più di 20.000 buffalo. Oggi è un sito archeologico importantissimo, con uno scavo attivo. Un vero e proprio libro di storia che racconta le abitudini e i riti dei Kiowa, Cheyenne, Crow, Lakota ed Hidatsa in quest’area del Wyoming.
Prima dell’arrivo della Frontiera c’erano più di 50 milioni di buffalo nelle Plains, la caccia adottata dai nativi americani aveva finalità tradizionali e di sostentamento ed era sempre mirata ed equilibrata. Purtroppo quella sconsiderata introdotta dall’uomo bianco, appena 30 anni dopo, fece si che i bisonti arrivassero quasi all’estinzione.
Tappa successiva, Devils Tower National Monument.
Le storie ancestrali dei Cheyenne, Crow, Kiowa e Lakota narravano di alcune fanciulle inseguite da un grande orso e del Grande Spirito che per proteggerle innalzò dalla terra sotto i loro piedi un’immensa torre di pietra, che l’orso, pur lasciando numerosi solchi dei suoi graffi su di essa, non riuscì a scalare. Si dice poi che queste fanciulle, salve raggiunsero il cielo per poi tramutarsi in stelle, secondo alcuni le Pleiadi.
Gli Arapaho invece raccontavano di una ragazza-orso che scivolando da un alto pendio graffiò una grande roccia, dando vita così a Devils Tower.
Queste le storie relative alla “Torre del Grande Orso” che a fine ‘800 per un errore di traduzione divenne la “Torre dello Spirito Cattivo”, da qui “Devils Tower”.
Tante storie orali, complesse e suggestive, tramandate di padre in figlio, per mantenere viva la memoria ed il rispetto per un luogo sacro per le tribù native. Tribù che ancora oggi qui compiono riti tradizionali e che giustamente mal tollerano la presenza dei numerosi scalatori, in quest’area del Wyoming.
Un sito talmente mistico ed affascinante nella sua commistione tra natura e spirito da dover essere protetto nei secoli. Fu così che il Presidente Theodore Roosevelt lo trasformò nel 1906 nel primo National Monument degli Stati Uniti d’America.
Eh si, per i cinefili, fu proprio questo lo sfondo che Steven Spielberg utilizzò per una delle scene cult del film “Incontri ravvicinati del terzo tipo del 1977.
Prendetevi tempo per effettuare con calma almeno il loop completo del Tower Trail, 2 km circa. E poi raggiungete nell’area picnic la Circle of Sacred Smoke Sculpture dell’artista giapponese Junkyu Muto, in cui viene rappresentato, stilizzato, uno sbuffo del calumet della pace il cui vuoto interno incornicia la Devils Tower. Un segno di rispetto nei confronti delle culture native devote a questo luogo.
Arrivo a Gillette nel tardo pomeriggio, visita del distretto storico e cena consigliata per BBQ da Dickey’s Barbecue Pit.
Pernottamento presso il caratteristico Arbuckle Lodge.
Colazione in hotel e partenza alla volta di Buffalo e Sheridan, attraverso i luoghi in cui nacque geograficamente il vecchio west. Ed in cui oggi il passato coesiste perfettamente con la natura circostante, l’arte, la tecnologia e le tradizioni, un percorso che molti effettuano troppo velocemente e che invece merita tempo e attenzione.
Dalla Johnson County al confine col Montana, attraverso le Bighorn Mountains, le “Montagne Scintillanti” per i Nativi Lakota e Cheyenne. Ed i siti di alcune delle battaglie più celebri delle “Guerre Indiane” di Nuvola Rossa, Toro Seduto e Cavallo Pazzo, come Fort Phil Kearny ed il Fetterman Battle Monument, seguendo i luoghi e le indicazioni del libro “Il Crinale” di Micheal Punke, un vero e proprio inedito itinerario letterario. Cliccate qui per saperne di più!
Passando poi per la pittoresca Buffalo e l’HistoricOccidental Hotel. Ovvero mitico The OX in continua attività da 140 anni, che ha ospitato, tra i tanti, Teddy Roosevelt, Buffalo Bill, Sundance Kid, Butch Cassidy e molti altri incredibili personaggi del West.
Qui tutto è originale, storie di fantasmi incluse, persino le camere del vecchio “Bordello”, in cui volendo è anche possibile pernottare.
Non potete lasciare Buffalo senza visitare il Gatchell Memorial Museum, una miniera preziosa di oggetti e reperti della storia del west, come entrare in una macchina del tempo. E degustare quello che per me si è rivelato il migliore Buffalo Burger del Wyoming al Busy Bee Café.
Nel mezzo ranch “letterari” che ospitano premi Pulitzer e Nobel nelle loro fasi di scrittura più intensa, come l’Ucross Foundation, e studi e musei di cowboy-pittori che hanno raccontato a cavallo tra ‘800 e ‘900 in immagini e tinte accese le meraviglie del Wyoming con esposizioni incredibili di arte nativa, come il The Brinton Museum e l’Hans Kleiber Studio Museum.
Per poi raggiungere infine Sheridan, passeggiare lungo la sua pittoresca Main Street, visitare il Don King’s Western Museum, fermarsi per un drink nel vecchio Mint Bar e cenare pernottare nell’affascinante Sheridan Inn, storico hotel gestito in parte da Buffalo Bill in persona, che qui aveva la sua suite privata, in cui oggi si può ancora dormire, e dove era solito effettuare le audizioni per il suo Wild West Show.
Una curiosità.
Nel bar dell’hotel è ancora conservato uno dei due banconi in legno che la Regina Vittoria, favorevolmente impressionata dallo spettacolo dell’Wild West Show tenutosi a Londra in suo onore, inviò a Buffalo Bill come regalo, l’altro si trova all’Irma Hotel di Cody, Wyoming.
Colazione allo Sheridan Inn e partenza di primo mattino alla volta del Montana, destinazione Little Bighorn Battlefield National Monument.
“Dopo Little Big Horn le tribù si dispersero e non riportarono più vittorie sull’invasore bianco. E fu distrutta per sempre la potenza del “sacro cerchio dell’universo” che univa in un mitico vincolo la nazione Sioux ed i suoi alleati. La gloria di quella vittoria su Lunga Capigliatura, com’essi chiamavano Custer, non tramontò mai; ma dopo di essa i Sioux furono definitivamente sottomessi.”
(David Humphreys Miller – L’ultima vittoria degli Indiani)
E partendo dal meraviglioso libro di Miller, letto e riletto avidamente prima della partenza, che ho preparato ed impostato la mia visita del Little Bighorn Battlefield National Monument.
Impossibile rendere a parole le emozioni di questo luogo, qui si avvertono ancora oggi la rabbia e l’onore della confederazione nativa, le promesse non mantenute di Custer dopo il massacro di Washita, le speranze disilluse, la morte, il dolore, il silenzio, la pace ed il ricordo della battaglia, intesa non più come “ultima resistenza di Custer” ma come la “battaglia del Little Bighon o dell’erba grassa”, celebrata dai meravigliosi e dettagliati disegni di Cavallo Rosso, oggi conservati allo Smithsonian di Washington DC, potete vederli qui.
Prendetevi tempo per visitare tutto il memoriale.
Prima a piedi verso la cima della collina che ha segnato l’apice della battaglia, con le tombe dei caduti, il monumento dedicato al 7° cavalleria di Custer e lo struggente monumento commemorativo del Nativi Americani che lottarono e “morirono per difendere il loro stile di vita”, e poi in auto lungo tutto il percorso, attraverso lapidi sparse, view point, mustang selvaggi che corrono liberi, pianure, colline ed il Little Bighorn River.
Cliccate qui per un articolo dettagliato sulla visita del Little Bighorn Battlfield Monument.
Dopo la visita fermatevi al vicino Custer Battlefield Trading Post, per acquistare oggetti artigianali Crow e assaggiare uno dei migliori Indian Taco del west.
Proseguiamo il viaggio seguendo la linea della Pacific Railroad e dello Yellowstone River fino a Billings, per ammirare l’imponente parete di arenaria che protegge la città, e poi attraverso Laurel fino a raggiungere la tappa finale della giornata, l’incantevole Red Lodge. Altro centro storico del Montana, oggi molto conosciuto e frequentato per le attività outdoor estive ed invernali. Non perdetevi una passeggiata nella sua incantevole Main Street. Cena consigliata al The Snag Bar.
Pernottamento nell’antico ed affascinante The Pollard Hotel, il più antico edifico in mattoni della città frequentato nel corso del tempo da scrittori, personaggi politici, attori ed artisti.
Colazione in hotel e partenza alla volta di Lovell, Wyoming.
Prima di lasciare il Montana, seguite la Scenic Hwy 308 per godere del panorama e per raggiungere il sito dello Smith Mine Disaster, il luogo in cui il 27 febbraio del 1943 74 minatori persero la vita per un’esplosione nella miniera, il più grande disastro disastro minerario dello stato. Gli edifici sono stato lasciati volutamente così, a ricordo e memoria perenne di quanti persero la vita.
Tappa successiva, Medicine Wheel nel Bighorn National Park, Wyoming.
“Tutto ciò che il potere del mondo fa, è fatto in un cerchio. La vita di un uomo è un cerchio,
da infanzia a infanzia, e così sono tutte le cose nelle quali la forza si muove.”
(Black Elk – Alce Nero)
L’emozione di essere su una delle cime più alte delle Bighorn Mountains. Raggiunte attraverso una spettacolare scenic hwy in uno dei luoghi più sacri al mondo per i Nativi Americani, la Medicine Wheel. L’origine del tutto, che non ha tempo e non ha spazio, in cui l’uomo incontra il Grande Spirito.
Prendetevi tempo per passeggiare in questo luogo mistico e godervi il paesaggio surreale.
Raggiungete infine Lovell per intraprendere la visita del Bighorn Canyon & Wild Mustang Horse Range.
Nel cuore delle Bighorn Mountains si celano due gioielli ancora poco conosciuti, esattamente sul confine tra Wyoming e Montana.
Il Bighorn Canyon, scavato nella roccia nel corso dei millenni dal Bighorn River, molto simile, ma per quel che mi riguarda, ancora più suggestivo e wild dell’Horseshoe Bend e di Lake Powell. Qui l’Aquila americana è di casa, e non è raro avvistarla planare tra le pareti del Canyon che attraversa il confine col Montana poco prima del Devil Canyon Overlook. Se avete più tempo, valutate un’escursione in barca lungo il Canyon partendo dall’Horseshoe Bend Marina.
Ed infine il Wild Horse Range, la più alta concentrazione di Mustang selvaggi tra Wyoming e Montana, un percorso sterrato di diverse miglia che consente di vederne tantissimi allo stato brado. Punto di partenza ed arrivo (calcolate una giornata piena) Lovell ed il Pryor Mountain Wild Horse Center.
Cena consigliata al Mustang Cafe and BBQ, pernottamento al Travelodge by Wyndham Lovell/Bighorns.
Colazione al Mustang Cafe & BBQ e partenza per Cody.
Lungo la strada, visita (imperdibile!) dell’Heart Mountain WWII Japanese American Confinement Site.
“Nessuno potrà essere privato della vita, della libertà o della proprietà, se non in seguito a regolare procedimento legale;
e nessuna proprietà potrà essere destinata a un uso pubblico, senza un giusto indennizzo.”
(5° Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d’America)
Nel febbraio del 1942, in seguito all’attacco giapponese di Pearl Harbor del dicembre del 1941, che determinò l’entrata degli USA nel secondo conflitto mondiale, il Presidente Roosevelt firmò l’ordine esecutivo 9066 secondo il quale tutti gli immigrati giapponesi sulla West Coast, oltre a quelli di prima generazione (giapponesi-americani), e poco dopo anche seconde e terze generazioni, dovevano essere prelevati, espropriati dei propri beni e “ricollocati” in campi creati appositamente per loro, per la “comune sicurezza dei cittadini americani.”
Veri e propri campi di concentramento che rimasero in funzione dal 1942 al 1944. Si calcola che circa 100.000 giapponesi vi furono internati vivendo in condizioni precarie ed in ambienti angusti. Alla chiusura dei campi, come se nulla fosse successo, furono liberati, ma non avendo più nulla e continuando ad essere additati da buona parte degli americani come ostili e nemici della nazione, per loro ricominciare non fu per nulla facile.
Furono creati 10 campi dalla California al Wyoming, e l’Heart Mountain – in cui furono internati 14.000 giapponesi americani – fu uno dei più isolati e lontani.
Poterlo visitare oggi, guidati magari proprio da Aura, come è capitato a me, orgogliosa giapponese-americana, erede di quarta generazione di una famiglia internata in questo campo, che ha scelto di fare questo lavoro in onore e memoria dei suoi nonni, ed aver conosciuto altri eredi di seconda e terza generazione presenti, renderà questa visita una delle esperienze più intense ed emozionanti dell’intero viaggio.
Dopo la visita guida proseguimento per Cody, la città fondata da Buffalo Bill nel 1896, giusto in tempo per effettuare il check-in presso il Chamberlin Inn, un hotel in attività dal 1900, oggi perfettamente restaurato, che nel corso della prima metà del secolo ha anche servito anche come studio dentistico e Palazzo di Giustizia.
Negli anni ’20 e ’30, il Chamberlin Inn era il posto dove soggiornare a Cody. I registri degli ospiti riportano le firme di numerosi attori, scrittori, politici, star del cinema e magnati.
Tra questi Ernest Hemingway “che nel 1932, proprio durante un soggiorno al Chamberlin Hotel nella camera n.18 aveva appena completato il manoscritto di “Death in the Afternoon”. Dopo alcuni giorni di pesca sul fiume Clark’s Fork, inviò il manoscritto e diversi racconti ai suoi editori. Poi tornò a pescare di giorno e a scambiare storie con la gente del posto all’Irma Bar la sera.”
Tempo per una piacevole passeggiata lungo Sheridan Ave per curiosare tra negozi ed edifici d’epoca e poi cena nello storico Irma Hotel, l’hotel fondato da Buffalo Bill nel 1902, a cui diede il nome di sua figlia.
Nel ristorante troverete il secondo bancone in legno (ricordate il gemello che si trova a Sheridan nello Sheridan Inn?) donato dalla Regina Vittoria a Buffalo Bill. Se avete tempo valutate la possibilità di effettuare un tour guidato della struttura, ricco di aneddoti e storie di fantasmi.
“Uomini di frontiera, fuorilegge, nativi, cowboy ed avventurieri, s
ono stati i miei buoni e cattivi compagni di viaggio. E tutti sono passati per Cody.”
(Buffalo Bill)
“The City of Buffalo Bill”, perché realmente fondata nel 1896 dallo scout, cowboy e showman più famoso del vecchio West, “The Rodeo Capital of the World”, perché qui ogni anno dal 1919 si svolge il celebre Cody Stampede Rodeo, “The City of the Old Wild West”, perché ogni singolo edificio, a cominciare dallo storico Irma Hotel per poi proseguire con costruzioni e le cabin originali dell’Old Trail Town, ha una vecchia ed affascinante storia da raccontare.
“The Gate to Yellowstone” perché non solo da qui parte una delle più belle strade per Yellowstone, la Buffalo Bill Scenic Hwy, ma anche perché nei dintorni della città, assieme a Cody Wild Mustang Eco-Tour, è possibile fare diverse esperienze a contatto con la natura, tra la ricerca di Mustang selvaggi ed Elk, oltre ad intraprendere trail e sentieri alla scoperta delle Badlands locali.
Senza dimenticare le incredibili esposizioni museali del Buffalo Bill Center of the West. Circa 20.000 mq suddivisi in 5 musei che raccontano con dovizia di dettagli e tantissimi cimeli l’intera storia del west, da Buffalo Bill ai Nativi delle Plains.
Cena-spettacolo consigliata presso il Cody Cattle Company, una delle esperienze più local e country che potrete fare in città. tre ore di musica cowboy, country e pietanze dell’Old West. Ricordatevi di prenotare con notevole anticipo, specie se viaggiate in alta stagione, le serate, molto apprezzate dai local, sono quasi sempre sold out diversi giorni prima.
Pernottamento presso il Chamberlin Inn.
Colazione presso il Chamberlin Inn, e partenza di primo mattino alla volta di Thermpoplis, per visitare il Wyoming Dinosaur Center. Uno dei pochi musei di dinosauri al mondo ad avere siti di scavo raggiungibili facilmente in auto ad appena 15 minuti.
Il museo espone con orgoglio il Thermopolis Specimen of Archaeopteryx, che è l’unico esemplare reale di questo genere esposto fuori dall’Europa. La maggior parte della raccolta di ossa e scheletri presenti nelle teche dell’esposizione vengono dallo scavo attivo del Warm Springs Ranch.
Anche qui come per altri siti paleontologici della regione è possibile prenotandosi per tempo, prender parte a campagne estive di scavi.
Tappa successiva, Hot Springs State Park, un’incredibile area di sorgenti minerarie calde ad una temperatura costante di quasi 60°. Anticamente area dei Nativi Shoshoni ed Ararpaho poi di proprietà dello stato del Wyoming che ne ha fatto un parco termale accessibile a tutti.
All’interno è possibile effettuare diversi trail e percorsi per vedere gli animali selvatici.
Rientro verso Cody per pernottare presso l’UXU Ranch, letteralmente alle porte di Yellowstone.
“A volte ti ritrovi in mezzo al nulla. E a volte, in mezzo al nulla, ti ritrovi.”
(UXU Ranch)
L’esperienza in ranch non può assolutamente mancare in un itinerario in Wyoming. Lo UXU Ranch si trova a 17 miglia a est dell’ingresso orientale del Parco Nazionale di Yellowstone, quindi perfetto per accedervi direttamente, e si compone di costruzioni risalenti al 1929 disposte nel tipico stile rustico dei vecchi ranch: un grand lodge centrale circondato dalle cabin per gli ospiti.
La sua posizione, sulla confluenza del June Creek e del North Fork Shoshone River, lo rende un luogo estremamente suggestivo. Il ranch offre un ristorante stellato ed una serie di attività ed escursioni a cavallo.
Prima colazione all’UXU Ranch e partenza alla volta dello Yellowstone National Park, attraverso la Buffalo Bill Cody Scenic Hwy, la strada che il Presidente Theodore Roosevelt definì le “50 miglia più scenografiche al mondo.”
Quando John Colter, membro della spedizione di Lewis & Clark, scoprì nel 1807 l’attuale Yellowstone, non riuscì a credere ai suoi occhi.
Davanti a lui si apriva uno scenario incantato, regno fino ad allora incontrastato dei nativi Shoshoni Sheepeater, di animali potenti e possenti, di getti di acqua e fumo che dalle viscere della terra si lanciavano verso il cielo, di laghi d’acqua dalle sfumature d’azzurro e arancio, di cascate, laghi, montagne, vallate e canyon dalla bellezza disarmante.
Quando rientrò alla “civiltà” e raccontò ciò che aveva visto, non fu creduto. Perché sembrava impossibile che potesse davvero esistere una terra così. Ma i suoi reportage incuriosirono altri esploratori ed artisti che intrapresero il suo medesimo percorso, confermando al rientro con scritti dettagliati e dipinti, le parole di Colter.
65 anni dopo, il 1 marzo del 1872, il Presidente Grant creò lo Yellowstone National Park, primo parco nazionale USA, “per preservare e proteggere scenari, tradizioni culturali, fauna selvatica, sistemi geologici e ecologici e processi nella loro condizione naturale a beneficio e godimento delle generazioni presenti e future.” Ed è esattamente così che è giunto a noi oggi.
Per visitare il parco mettete in conto almeno due-tre giorni. Meglio se con pernottamento all’interno per ottimizzare le lunghe percorrenze tra un’area e l’altra.
Lo Yellowstone National Park Lodges gestisce nove lodge con oltre 2.000 camere. Tutti sono aperti dalla tarda primavera all’autunno. L’Old Faithful Snow Lodge è aperto anche durante l’inverno. Assicuratevi di prenotare con notevole anticipo.
Di seguito l’elenco dei lodge dal sito ufficiale del parco (io ho pernottato presso il Canyon Lodge and Cabins, cliccando qui trovate il sito ufficiale del parco da cui selezionare e prenotare il vostro alloggio in base alle disponibilità) adiacenti alle strutture principali troverete sempre dei punti ristoro per colazione, pranzo e cena e nei villaggi maggiori, pompe di benzina, assistenza auto, etc.. :
Parliamo di 9000 km2 di parco, 5 ingressi e 5 regioni attraversate dai 230 km della Grand Loop Road.
La Mammoth Country che viene identificata come l’area termale del parco si trova assieme alla Lamar Valley a nord-nordest del parco. Nella Roosevelt Country si stima ci sia la più alta concentrazione di Wapiti e buffalo. Nella Geyser Country troverete l’Old Faithful, uno dei geyser più famosi al mondo, oltre a numerose piscine naturali di acqua calda solforosa tra cui le famose Grand Prismatic Spring e Morning Glory, in quest’area è geologicamente collocata l’originale Caldera dello Yellowstone. La Canyon Country comprende il Grand Canyon dello Yellowstone oltre alla cascata inferiore alta due volte quella del Niagara, mentre la Lake Country è la zona attorno allo Yellowstone Lake e la regione, assieme alla Lamar Valley, con la maggior concentrazione di animali selvatici.
Il consiglio è quello di suddividere le giornate in base alle differenti aree, valutando dei loop ed includendo – con maggior tempo a disposizione – anche un’escursione guidata nella Lamar Valley.
Non dimenticate di riservarvi un pranzo/cena nel ristorante dell’Old Faithfull Inn, esperienza suggestiva e decisamente consigliata!
Partenza di primo mattino alla volta del Grand Teton National Park.
Quando i primi viaggiatori franco-canadesi arrivarono in quest’area, territorio esclusivo dei Nativi Shoshone, e videro le incredibili vette che la incorniciavano gli sembrò del tutto normale dare loro il nome di Trois Tétons, riferito al fatto che le tre vette più alte assomigliavano vistosamente ai seni di una donna. Da qui a divenire Grand Teton National Park nel 26 febbraio 1929 il passo fu (relativamente) breve.
Un’area incredibilmente suggestiva ed affascinante che dalle cime della Teton Range si espande in tutta la vallata, che oggi prende il nome di Jackson Hole, attraverso Teton Village fino a Jackson Wyoming.
Nel mezzo elk, orsi, buffalo, mustang, moose, praterie in cui si incastonano alla perfezione vecchie fattorie dei mormoni, chiesette in legno, trail nella natura, strade panoramiche, il maestoso Snake River, ed una serie di ranch e costruzioni immerse nella natura che ricordano il passaggio nell’area dei Rockfeller nei primi decenni del ‘900.
Potete considerare una giornata per la visita del parco e dei suoi punti più scenografici. Oppure considerare un giorno di più se avete in mente di percorrere qualche particolare trail.
Tra i luoghi e percorsi imperdibili Oxbow Bend, Elk Ranch Flats Turnout, JP Cunningam Cabin, Signal Mountain Summit Road, Jenny Lake Loop, Chapel of Transfiguration e Mormon Row.
Non dimenticate poi di raggiungere Teton Village per effettuare una delle esperienze più emozionanti della giornata, ovvero salire in soli 12 minuti, sul Jackson Hole Aerial Tram and Gondola Rides per raggiungere i 4000 metri. La cima offre una vista mozzafiato a 360 gradi sui Tetons, sulla Jackson Hole Valley e sulle catene montuose circostanti. La “Top of the World” offre accesso a sentieri per escursioni e piste da sci, oltre alla possibilità di degustare i famosissimi waffle gourmet della Corbet’s Cabin.
Ultima tappa della giornata Jackson, una delle cittadine più amate e visitate del Wyoming, tanto per i suoi celebri impianti sciistici invernali che per i musei e le collezione d’arte, per i 4 Jackson Hole’s Elk Antler Arch, gli archi di corna di elk che adornano gli angoli del George Washington Memorial Park, lo shopping e naturalmente per il mitico Million Dollar Cowboy Bar.
Cena consigliata a base di elk da Local, adiacente al Million Dollar Cowboy Bar, e pernottamento presso lo Snow King Resort.
Due giorni, la cui suddivisione varia in base alle singole esigenze di viaggio, completamente immersi in una delle aree meno conosciute, più remote ed incredibilmente ricche ed affascinanti dello stato. Un vero e proprio plus da inserire un itinerario in Wyoming più intenso e approfondito.
Da Pinedale a Rock Springs, la città delle 56 nazionalità, soprannome dovuto alle comunità presenti a cavallo tra ‘800 e ‘900 per lavorare nelle miniere di carbone.
Dalle storie e dai luoghi dei Mountain Man (ricordate Leonardo di Caprio in The Revenant?!) fedelmente raccontati e riportati nel Mountain Man Museum fino all’esplorazione del Fossil Butte National Monument,il più grande bacino di fossili al mondo, risalenti a circa 52 milioni di anni fa, valutate almeno tre ore se volete effettuare con calma il trail principale e visitare il museo del Visitor Center. Passando per i racconti dei cowboy (ne troverete tantissimi lungo il percorso, specie al mattino quando solitamente spostano le mandrie), degli Shoshone ed Arapaho, e dei fuorilegge come Butch Cassidy e Sundance Kid.
Per poi proseguire, seguendo il passaggio della Union Pacific Railroad, verso il vecchio Fort Bridger, fondato dal trapper e mountain man Jim Bridger, tappa dell’Oregon Trail e successivamente della iconica Lincoln Hwy. Il Rock Springs Historical Museum, qui avrete modo di vedere una delle ultime ed autentiche prigioni in cui furono reclusi Butch Cassidy e Calamity Jane. E le meraviglie naturalistiche della Flaming Gorge Scenic Byway, dei White Mountain Petroglyphs – uno dei principali siti di arte rupestre del Wyoming, con incisioni nella roccia datate tra i 200 e i 1.000 anni fa – e del Pilot Butte Wild Horse Scenic Loop.
Per i percorsi citati valutate sempre 2-3 ore anche se il chilometraggio è relativamente basso poiché, eccezion fatta per il Flaming Gorge, si tratta di strade in buona parte sterrate.
Due i pernottamenti consigliati, in base alle singole tempistiche ed esigenze: il primo nei pressi di Kemmerer al Best Western Plus Fossil Country Inn & Suites ed il secondo a Rock Springs, il Best Western Plus Fossil Country Inn & Suites.
Un consiglio per pranzo e cena a Rock Springs, Boschetto European Market e Boars Tusk Steakhouse.
Partenza di primo mattino attraverso la Snowy Range Scenic ByWay, sosta lungo il percorso per la colazione, Jerry’s Place.
Dopo circa tre ore e mezza arrivo a Laramie, Wyoming.. “When Lawlessness was the only law in town!”
Quando fu fondata, al seguito dell’arrivo della frontiera e della Union Pacific Railroad, Laramie era uno dei luoghi più pericolosi e famigerati dell’Old Wild West, gestita (come nella migliore tradizione dei film Western) senza molti scrupoli dai tre personaggi più corrotti della zona, il giudice, il sindaco e lo sceriffo, “23 saloon in città e nemmeno una chiesa..” (cit.).
Non a caso il saloon dove avvenivano il maggior numero di omicidi veniva ironicamente chiamato The Bucket of Blood Saloon, ovvero il Saloon del secchio di sangue, ed un certo Butch Cassidy era di casa nella Wyoming Territorial Prison, prigione storica del Wyoming perfettamente preservata che è possibile, e davvero consigliabile, visitare.
Oggi Laramie, pur conservando nel suo distretto storico molti elementi del suo affascinante passato, si presenta come una delle città più vive e vibranti dell’intero Wyoming, confesso di averla amata tantissimo!
Luogo in cui Luisa Swan votò come prima donna negli USA nel 1870, date un’occhiata al piccolo e ben fatto museo dedicato, il Wyoming Women’s History House, Laramie è la sede della prestigiosa Wyoming University, il cui campus non ha nulla da invidiare a quelli più conosciuti della East e West Coast. E’ considerata la Jurassic Park dello stato per la quantità incredibile di reperti, scavi in corso e scheletri di dinosauri. Nel Geological Museum troverete due esemplari unici di Brontosauro e di Allosauro. E’ attraversata dalla Lincoln Hwy, circondata dalle meraviglie paesaggistiche della Medicine Bow National Forest e delle Snowy Range Mountains, e dai percorsi escursionistici della meravigliosa Vedauwoo Recreation Area.
Senza dimenticare una sosta all’Ames Monument, dedicato al passaggio del punto più alto della ferrovia transcontinentale. Ed al Tree In The Rock Historical Site, un albero cresciuto dentro una roccia di granito, che fece deviare il percorso della ferrovia stessa.
Nel mezzo festival, esposizioni artistiche, murales, farmers market, ranch, e naturalmente tantissime antilopi e mustang selvaggi. Valutate una giornata piena e due pernottamenti per godervela con calma e riuscire a fare tutte le esperienze citate. Trovate ulteriori informazioni ed aggiornamenti sugli eventi in programma nel periodo della vostra visita sul sito ufficiale di Visit Laramie.
Locali consigliati per colazioni, pranzi e cene: Sweet Melissa, Cowbar and Grill, Front Street Tavern, The Sugar Mouse, Coal Creek Coffee e 2nd Street Deli.
Pernottamento presso l’Holiday Inn Laramie.
Colazione da Coal Creek Coffee e partenza per Denver attraverso la Scenic Way 287.
Tempo a disposizione per visitare Denver utilizzando il Denver Pass.
Da non perdere il Buffalo Bill Museum & Grave, per chiudere il cerchio su questo mitico personaggio dell’Old Wild West, il Denver Art Museum, il Colorado History Center, per avere una panoramica sulla storia, le culture native e gli eventi più importanti del Colorado, Molly Brown House & Musuem, la casa dell’Inaffondabile Molly del Titanic e le installazioni artistiche del RiNo Art District.
Cena presso il Denver Milk Market.
Pernottamento consigliato presso Hotel Teatro, un delizioso hotel boutique a due passi dal 16th Street Mall e Larimer Square.
Il giorno seguente, ultime ore per girare la città, riconsegna auto in aeroporto e partenza alla volta dell’Italia.
Di seguito alcuni consigli utili ed informazioni pratiche da tener presente per poter preparare ed organizzare al meglio un itinerario in Wyoming e parte del Montana.
Un viaggio del genere richiede – per riuscire a vedere tutte le location citate ed effettuare tutte le esperienze raccontate – tra le due e le tre settimane di percorrenza. A cui vanno aggiunte altre due giornate da e per Denver, che rappresenta in questo specifico percorso senza dubbio il miglior punto di arrivo e partenza.
Le tappe sono state studiate e suddivise in modo tale da non superare mai un certo numero di km al giorno. Si va dai 180 ai 450 km massimo su un percorso totale di circa 4000 km. Andare oltre con il chilometraggio su un itinerario del genere, già abbastanza intenso e complesso (non dimenticate che viaggerete quasi sempre tra i 2000 ed i 3000 metri di altitudine) solo per guadagnare tempo significherebbe trascorrere le giornate in auto fermandosi solo per scattare foto senza riuscire a godere completamente dell’essenza del viaggio stesso, un vero peccato, stanchezza a parte.
Non dimenticate infine di partire al mattino sempre col pieno di benzina. E di richiedere al rental car di riferimento al momento del ritiro dell’auto che siano stati effettuati tutti i check necessari al motore, visto che sarete spesso e volentieri nel mezzo del nulla per centinaia di km, e talvolta senza segnale telefonico.
In queste zone, a differenza delle destinazioni USA considerate più “turistiche”, è molto più difficile riuscire a trovare visite o tour guidati (di qualsiasi genere) in lingua italiana, fanno eccezione in alcune location più frequentate (come Cody ad esempio) le audio-guide in italiano e le brochure per i self guided tour. E’ quindi necessario avere una conoscenza di base della lingua.
Resta comunque da dire che si tratta di località popolate da persone estremamente ospitali, aperte e gentili, sempre pronte ad aiutare e supportare in ogni modo il visitatore.
E’ fondamentale essere a conoscenza di alcune “buone norme” di rispetto e sicurezza imprescindibili per la perfetta riuscita di un itinerario del genere.
Trattandosi di zone in cui sono presenti diverse tribù native, è davvero importante chiedere sempre il permesso prima di fotografare le persone ed anche prima di accedere in autonomia ad aree, luoghi o costruzioni che possano avere un particolare significato spirituale o religioso per le singole comunità.
Secondo importantissimo consiglio, rispettare sempre gli avvisi di sicurezza nei parchi a non lasciare mai trail e percorsi segnalati. Soprattutto nelle zone più selvagge, e a non avvicinarsi troppo agli animali, specie se si tratta di bisonti, elk, moose, mountain goat ed orsi.
Un itinerario in Wyoming e parte del Montana come questo, davvero unico e ricco di esperienze variegate, suggestive ed intense, può essere costruito step by step in autonomia solo se si è “viaggiatori navigati” abituati ad effettuare on the road negli States ed a pianificare roadtrip con mesi di anticipo.
Diversamente è sempre consigliabile farsi supportare da professionisti del settore, agenzie di viaggio e tour operator, sia nel caso in cui si ha poco tempo e/o dimestichezza o semplicemente si preferisce usufruire di servizi curati nel dettaglio e costruiti da specialisti per ottimizzare i tempi a seconda delle singole esigenze, senza doversi preoccupare di nulla.
L’intero itinerario proposto – che rappresenta il continuo di un lungo e dettagliato progetto di promozione del territorio della Real America iniziato lo scorso anno con il Reportage nei Dakotas – è stato studiato, organizzato e pianificato in ogni suo singolo aspetto e dettaglio in collaborazione con Travel Wyoming, Visit Montana e Great American West, l’organo turistico ufficiale statunitense che coordina e gestisce la promozione degli stati del North & South Dakota, Wyoming, Montana ed Idaho, per raccontare ai viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo, con sempre maggiore competenza e crescente passione, ogni singolo aspetto culturale, paesaggistico e tradizionale di questa incredibile regione americana che ha davvero tanto da offrire oltre ai suoi luoghi più iconici e conosciuti.
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Articolo creato in collaborazione con il Great American West.
6 Comments
Che viaggio incredibile e che lavoro enorme hai fatto!!! Veramente tanti complimenti! Senza parole!!! Sei proprio una gran professionista!
Grazie, ne sono felice. L’obiettivo, attorno a cui abbiamo costruito il percorso con l’ente del turismo seguendo le mie indicazioni/passioni/chiavi di lettura era proprio quello di rendere fruibile tutto il Wyoming ai viaggiatori italiani, raccontando diversi aspetti e luoghi insoliti che solitamente molti non conoscono!
Fantastica Simona! Ho ascoltato il podcast seguendo il tuo racconto scorrendo l’itinerario e ho cominciato a sognare questo viaggio che spero di realizzare nel 2025. Se ricordo bene tu sei stata a fine agosto settembre. È il periodo migliore secondo te? Grazie di essere sempre fonte di ispirazione e di letture coinvolgenti.
Buongiorno Patrizia, e grazie per le belle parole. In generale per gli stati del GAW il periodo migliore è dalla metà di giugno a tutto settembre. Personalmente ho sempre scelto di visitare quest’area in settembre ed è stata una scelta vincente, meno ressa turistica, temperature ancora estremamente miti e piacevoli, e talvolta ho trovato anche anche i meravigliosi colori di inizi autunno, oltre a prezzi in generale più abbordabili. Un caro saluto, Simona
Sono meravigliata dell’immenso lavoro che hai fatto, ricchissimo di particolari e spunti molto molto interessanti. Grazie da una amante degli Stati Uniti che quest’anno avrà l’onore di percorrere un OTR della Real America aiutata anche dai tuoi preziosi suggerimenti. Ancora grazie infinite! Con ammirazione Ilaria
Grazie a te Ilaria per avermelo detto. Sono felice di esser stata d’aiuto.
Se avrai voglia e tempo, e soprattutto se userai i social in viaggio, taggami in qualche storia o post, mi farebbe davvero piacere!