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L’Isola di Pasqua, itinerario tra leggende, impressioni, magia e realtà

Tra i maestosi Moai di Rano Raraku

 

Isola di Pasqua, Easter Island, Rapa Nui, Isla de Pascua

Chiamatela pure come volete, non importa.

Quel che conta é che questo minuscolo, roccioso, a tratti brullo, polveroso, triangolo di terra sperso nel bel mezzo dell’Oceano Pacifico é magico ed unico al mondo e non solo per il mistero che da secoli ormai avvolge i suoi Moai e la loro controversa ed affascinante storia.

 

Benvenuti a Rapa Nui

 

Isola di Pasqua: “un otro mundo en esto mundo”

E’ così che ne parlano i suoi orgogliosi abitanti, semplici, gentili, fieri delle proprie singolari origini, per loro vivere su quest’isola é un privilegio e per quanto possano essere disponibili ad aiutare i visitatori a comprenderne il significato, non permettono a nessuno di contaminare questo stile di vita.

 

Welcome to Easter Island...

 

Bisogna rispettare i loro tempi, seguire le loro regole, accettare solo quello che hanno da offrire, che può essere davvero molto se si impara ad ascoltarli.

Piu' che una custode dei Moai, un'amica... Paula!!

 

Un giorno qualsiasi sull'Isola di Pasqua

 

I sette Moai di Ahu Akivi

Isola di Pasqua, perché qui il “turista” non ha sempre ragione, anzi

In quale altro posto al mondo é possibile vedere i ragazzi che arrivano agli appuntamenti con gli amici a cavallo, intere classi di scolari fare lezione a torso nudo ai piedi dei Moai, gente del posto costruire da soli le case con il legno ricavato dagli alberi del proprio giardino.

Ed ancora assistere allo spettacolo che quotidianamente offrono i venditori di frutta e verdura del mercato di Hanga Roa, che contrattano i prezzi dei loro prodotti con i locali parlando esclusivamente il Rapa Nui, la loro antica lingua madre.

Lingua che preservano gelosamente e insegnano alle nuove generazioni, per evitare che un patrimonio così prezioso vada perduto.

 

Al mercato della frutta in Hanga Roa

 

Antico e moderno in Rapa Nui

 

Tra una visita ai Moai di Ahu Akivi e alle grotte di Ana Te Pahu, le preparate, gentili ed esperte guide locali, nel mio caso i bravissimi Hugo e Cecilia della Mahinatur, saranno ben liete di raccontarvi un pò della loro storia, del loro senso di appartenenza a questi luoghi, delle leggende legate al misterioso passato dell’isola.

 

Vista sull'Oceano, spalle al Cratere, i Moai di Rano Raraku

 

Entrando un pò più in confidenza, verrà fuori il racconto delle loro nonne che ancora vivevano nelle grotte, utilizzando l’acqua piovana per bere ed accendendo fuochi all’aperto per cucinare.

O di quando negli anni ’60 l’arrivo del primo aereo sull’isola terrorizzò un ragazzino che, credendo di aver visto un grosso uccello cattivo venire giù verso di lui per mangiarlo, scappò via attraverso i campi fino a casa per poi nascondersi sotto il letto per tutto il giorno.

O ancora le storie di quei giovani inquieti che lasciano l’isola alla ricerca di qualcosa di più, per poi scoprire una volta lontani che tutto ciò di cui davvero necessitano é qui.

 

Amazing easter island

 

Aggiungete l’impagabile alba all’Ahu Tongariki, al cospetto dei quindici giganteschi Moai, un rilassante pomeriggio nell’assolata e bianchissima spiaggia di Anakena, bevendo jugo de papaya preparato al momento nei piccoli chioschi improvvisati, una cena di Umu, un tipico ed elaborato piatto locale, in uno dei piccoli ristoranti (poco più che taverne) di Hanga Roa e la vostra simbiosi con l’isola di Pasqua sarà totale.

Dopo pochi giorni trascorsi in questo luogo, sarà un po’ più difficile ripartire per tornare alla vostra civiltà.

 

Rano Raraku, la fabbrica dei Moai...

 

 

“L’Isola di Pasqua é il luogo più solitario del mondo.

I punti fissi più vicini che gli abitanti possono scorgere stanno nel cielo… sono la luna e i pianeti.

Devono fare parecchia strada per constatare l’esistenza di una terraferma a loro meno lontana della

luna, per questo hanno tanta dimestichezza con le stelle e ne conoscono i nomi più di quanto conoscano

quelli delle città e dei paesi del globo.”

(T. Heyerdahl)

 

 

7 Comments

  1. Andrea ha detto:

    Brava Simo !!Per me sei da Pulitzer!!! Ti fanno un baffo la Colò,Angela ecc. ecc.

  2. Andrea Magliano ha detto:

    Ciao, innanzitutto complimenti per il blog 🙂 Sto leggendo con gusto i tuoi viaggi. Al momento viaggio solo con la fantasia, ma spero un giorno di poter viaggiare anche con il corpo. E ti ringrazio per condividere le tue esperienze! Andrea

  3. alberto ha detto:

    in che mese sei stata nell’Isola di Pasqua, Simona?

    • simona sacri ha detto:

      Novembre 2012…
      Ho trascorso li 6 giorni, c’e’ stato sempre il sole, di giorno si toccavano massime di 35 gradi (durante l’escursione alla fabbrica dei Moai, pur avendo la protezione, mi sono “scottata” braccia e gambe…), di notte si arrivava ai 17/18 gradi…

  4. Alessandro ha detto:

    Molto bello il tuo racconto Simona! Complimenti per il blog.

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