Appena letto il tema di questo mese per #sensoimieiviaggi, Gli alberi e i fiori dei miei viaggi, la mia mente é volata in pochi secondi al novembre dello scorso anno, quando mi sono ritrovata nel giro di una sola notte (potenza dei voli intercontinentali) catapultata dai colori caldi e dorati di uno splendido autunno italiano a quelli brillanti e accesi di una tiepida e nascente primavera dell’emisfero antartico.
A distanza di tempo, di quell’indimenticabile viaggio ciò che rimane più vivo nella mia mente sono i colori e gli odori di una natura assoluta protagonista che scandisce da sempre la vita delle persone, che dà un “senso” alla storia degli uomini, offrendogli la vita stessa, la possibilità di mettersi alla prova e diventare “grandi” attraverso di essa, che crea leggende e le alimenta.
Una natura che mai come in quella occasione mi ha completamente circondata, ammutolita e commossa.
E così mi tornano alla mente le immagini coloratissime della fioritura dei glicini a Buenos Aires, un tripudio di gradazioni di blu e violetto che contrastano con il verde acceso degli alberi.
O i singolari quanto gustosi, provare per credere, frutti patagonici del “Pan de l’Indio“, un grande albero che cresce solo in Patagonia sui cui rami a causa delle particolari condizioni climatiche nasce un fungo commestibile e proteico (simile ad una nespola nell’aspetto) utilizzato per secoli dagli indigeni locali, gli Yaghanes, come principale fonte di sostantamento.
O la magia della leggenda della pianta di “El Calafate“, un arbusto patagonico dai frutti commestibili.
Sembra che all’origine del mondo una vecchia sciamana, Koonek, sola ed in preda al freddo e al gelo dell’inverno antartico, incapace di migrare con la sua gente a causa della sua età e di provvedere come sempre al sostentamento suo e degli animali della foresta, si sia trasformata, in una notte d’inverno, in una pianta robusta dagli splendidi fiori gialli e rossi, capaci di produrre sostanziosi frutti in grado di sfamare tutti.
Dicono che chi mangi questi frutti, simili a bacche, non possa fare a meno di ritornare in Patagonia per cibarsene ancora, io li ho mangiati, non si sa mai, del resto ogni leggenda porta con sè un fondo di verità.
12 Comments
Quello che mi piace di questa iniziativa è che mi dà la possibilità di conoscere cose di cui fino a un minuto prima ignoravo completamente l’esistenza e tu, cara Simona, in questo sei una fonte preziosissima. Grazie!
Grazie Monica.
E grazie per gli spunti interessanti che ci offri con questa tua bella iniziativa…
Viaggiare e’ un’esperienza meravigliosa, tornati a casa prosegue attraverso la condivisione ed i racconti degli altri, non immagini quanti “viaggi immaginari” ho fatto leggendo il #sensoimieiviaggi!!!
eh, eh … non dirlo a me!!! 😉
Che interessante contributo! Anch’io non conoscevo questi alberi e non avevo mai visto dei glicini così. Grazie, leggo sempre i tuoi post e, una volta placata l’ovvia invidia, me li godo moltissimo.
Grazie Annalisa.
Quando ho visto i glicini a Buenos Aires per la prima volta (la citta ne era invasa), sono letteralmente rimasta con gli occhi sgranati per la sorpresa!!
La Patagonia invece… beh quello e’ il regno incontrastato della natura, ho dovuto fare una scelta per il post, non immagini le strane varieta’ di fauna e flora locale che ci ho incontrato ed i nomi bizzarri che la fantasia popolare gli ha dato!!
Che belle foto! Ma soprattutto sono interessanti, quel pan de l’Indio è veramente spettacolare!
Grazie, ed il Pan de l’Indio e’ sorprendentemente buono, assomiglia ed ha il sapore molto simile a quello delle nespole!!!
Ma che belle cose ci hai mostrato!
Un bel viaggio con belle foto, il tutto raccontato molto bene.
Non conoscevo questi funghi e questi fiori, sono bellissimi e poi mi piacciono un sacco le leggende.
Ciao
Norma
Grazie Norma.
Anche a me piacciono molto le leggende, infatti quando sono in giro mi documento sempre, cerco di parlare con la gente del luogo, di farmi raccontare le vecchie storie… spesso vengono fuori delle cose bellissime che danno ancora piu’ valore ai miei viaggi!!
Che meraviglia! Sei una fonte inesauribile di immagini, informazioni e spunti!
Se dovessi scegliere una sola immagine sarei davvero in difficoltà, sono tutte particolari anche se.. i funghetti Pan de l’Indio.. Sono cosi carini! Confesso che però non so se avrei il coraggio di assaggiarli!
Grazie Elena…
Io li ho assaggiati, direttamente “colti” dal loro albero, non sono male, sanno di nespola!!
quando son stata io a buenos aires era inverno: niente glicini 🙁