New York segreta: la storia (ed il fantasma) della Merchant’s House

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New York segreta: la storia (ed il fantasma) della Merchant’s House

New York segreta: la Merchant's House oggi

In Inglese

Esiste – oltre a quella che tutti ormai conosciamo – una New York segreta capace di stupire ed affascinare il visitatore più curioso ed esigente.

Una New York fatta di vecchie strade acciottolate illuminate da lampioni a gas, di antiche dimore storiche e giardini segreti, di avvenimenti lontani nel tempo e di personaggi che arrivano direttamente dal passato per raccontare momenti, storie e saghe familiari di più di cento anni fa.

New York segreta: le sale di rappresentanza al primo piano della Merchant's House

New York segreta: le sale di rappresentanza al primo piano della Merchant’s House

E’ la magia di una città capace non solo di preservare con cura ma anche e soprattutto esaltare e mostrare orgogliosa il suo passato, fiera delle sue origini e del percorso che le ha permesso di arrivare ad essere oggi la New York che tutti – o quasi – amiamo e sogniamo.

Un passato che si rivela nei modi più sorprendenti, magari tra un grattacielo ed una Avenue, nel bel mezzo di una strada trafficata, tra negozi, pub affollati, quartieri e locali alla moda o inaspettatamente lungo i percorsi per raggiungere le più note attrazioni turistiche.

Come nel caso della Merchant’s House.

New York segreta: la Merchant's House

New York segreta: la Merchant’s House

New York segreta: la storia della Merchant’s House

La Merchant’s House è un piccolo gioiello.

Si tratta di un’originale ed elegante dimora storica in stile Federal, la più autentica – e meglio preservata – delle 300 costruzioni d’epoca rimaste tra Manhattan e gli altri boroughs, per lo più tra Brooklyn ed il Bronx.

Fu costruita nel 1832 in una delle zone preferite dalla medio/alta borghesia newyorkese, quella che oggi corrisponde all’area che collega il Greenwich Village a Noho fino al limite dell’East Village. Una nuova ed elegante zona residenziale creata a metà ‘800 per sfuggire al caos generato dai crescenti traffici commerciali del porto di South Street e delle nuove fabbriche sorte a Lower Manhattan.

New York segreta: la targa che racconta la storia della Merchant's House

New York segreta: la targa che racconta la storia della Merchant’s House

La dimora, un edificio in pietra bianca e mattoni rossi, fu acquistata nel 1835 – appena tre anni dopo la sua costruzione – da Seabury Tredwell, un ricco mercante che importava metalli dall’Inghilterra.

La sua famiglia visse qui ininterrottamente fino al 1933, anno in cui Gertrude, la più giovane degli otto figli di Tredwell, morì.

New York segreta: Gertrude Tredwell

New York segreta: Gertrude Tredwell

Gertrude visse in questa casa in solitudine – assieme a pochi membri della servitù – gli ultimi 24 anni della sua vita, non si sposò mai e non volle mai cambiare nulla della sistemazione originale voluta dal padre, inclusi gli oggetti personali ed i vestiti appartenuti ai suoi cari.

Non permise nemmeno che la casa fosse dotata di impianto elettrico ed idraulico continuando ad utilizzare candele ed il pozzo del piccolo giardino sul retro.

New York segreta: la Merchant's House nel 1936

New York segreta: la Merchant’s House nel 1936

Alla sua morte grazie all’intervento di un parente la dimora fu salvata dal pignoramento e dalla vendita all’asta del suo prezioso mobilio e dopo appena due anni ed alcuni lavori di ammodernamento necessari per la riapertura al pubblico (impianto idraulico, elettrico e sistema di riscaldamento), fu trasformata in museo.

Uno dei primi a Manhattan in grado di illustrare la vita quotidiana, gli agi e le abitudini delle ricche famiglie di mercanti della New York di metà ‘800.

New York segreta: la Merchant's House oggi

New York segreta: la Merchant’s House oggi

New York segreta: la visita della Merchant’s House

Attraversare la porta in legno bianco – incastonata in un abile gioco di intarsi in marmo – dell’ingresso principale della Merchant’s House significa entrare in una sorta di capsula del tempo e ritrovarsi catapultati nella New York di 150 fa.

New York segreta: l'ingresso della Merchant's House

New York segreta: l’ingresso della Merchant’s House

Tutto all’interno della dimora è rigorosamente originale, dal mobilio, ai quadri, alle suppellettili, ai libri, ai documenti, agli oggetti di uso quotidiano, all’ingegnoso sistema di campanelle per chiamare la servitù, ai preziosi stucchi ed intarsi, persino agli abiti esposti ed alla biancheria delle stanze.

Un preciso fermo immagine della moda, dell’arredamento (sembra che alcuni “pezzi” siano stati acquistati dal più famoso designer dell’epoca, Duncan Phyfe, lo stesso che arredò alcune stanze della Casa Bianca) e delle abitudini delle famiglie benestanti di quel periodo con un’attenzione quasi maniacale per i dettagli.

Come sbirciare dal buco della serratura ed avere l’impressione che da un momento all’altro il signor Tredwell e sua moglie Eliza compaiano nel grande salotto al primo piano intenti nelle loro attività giornaliere.

New York segreta: il giardino privato della Merchant's House

New York segreta: il giardino privato della Merchant’s House

New York segreta: la Merchant's House, la cucina

New York segreta: la Merchant’s House, la cucina

La visita comincia dal piano interrato, dall’ingresso riservato ai membri della famiglia, dalla cucina e dal piccolo giardino sul retro per poi proseguire attraverso una serie di rampe di scale nelle sale di ricevimento al primo piano, nello studio e nelle camere da letto al secondo e terzo piano e nelle stanze della servitù – precedentemente destinate agli schiavi afroamericani – nel mezzanino del quarto piano.

New York segreta: la Merchant's House, particolare delle sale del primo piano

New York segreta: la Merchant’s House, particolare delle sale del primo piano

New York segreta: la Merchant's House, la camera di Gertrude

New York segreta: la Merchant’s House, la camera di Gertrude

New York segreta: la Merchant's House, la rampa di scale che conduct agli alloggi della servitù

New York segreta: la Merchant’s House, la rampa di scale che conduct agli alloggi della servitù

La Merchant’s House si trova al 29 E 4th Street, tra Lafayette e Bowery Street, è aperta la pubblico dal giovedì al lunedì dalle 12 alle 17 mentre nei restanti giorni apre solo su prenotazione con tour guidati per gruppi.

Cliccate qui per ulteriori informazioni e per organizzare al meglio la vostra visita.

New York segreta: gli alloggi della servitù nella Merchant's House

New York segreta: gli alloggi della servitù nella Merchant’s House

New York segreta: il fantasma della Merchant’s House

Non è un mistero che la Merchant’s House sia considerata una delle dimore storiche più possedute di Manhattan, sono in tanti – visitatori e guide – a riferire che nella casa si aggiri indisturbato il fantasma di Gertrude.

Sembra che una signora in abiti ottocenteschi si manifesti durante serate, concerti ed eventi a tema organizzati all’interno della struttura e che – a giudicare dai frequenti rumori e dagli spostamenti di oggetti, addirittura della pesante stufa in ghisa della cucina – sia piuttosto infastidita dal nuovo impianto di riscaldamento e dalla presenza dei numerosi turisti che visitano quotidianamente la sua proprietà.

New York segreta: la Merchant's House, una delle stanze private al secondo piano

New York segreta: la Merchant’s House, una delle stanze private al secondo piano

New York segreta: la Merchant's House, particolari

New York segreta: la Merchant’s House, particolari

Durante tutto il mese di ottobre, il periodo che precede Halloween, la Merchant’s House organizza ghost tours serali, rievocazioni storiche in costumi d’epoca del funerale di Gertrude e di suo padre Seabury e mostre fotografiche dei famigerati Bodies Post Mortem.

Si tratta della macabra usanza di fotografare i corpi dei defunti agghindati e messi in posa per l’occasione assieme ai familiari ancora in vita, in voga per buona parte del 19th secolo.

 

2 Comments

  1. Partyepartenze ha detto:

    Non ne avevo mai sentito parlare. Alla prossima occasione non mancherò di visitarla. Grazie per la “visita” virtuale.

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